lesbo
Gli intrighi del convento di San Girolamo 4
di boschettomagico
09.01.2018 |
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"E quando l'orgasmo l'ha invasa ha cominciato a grugnire come un maiale, ormai dalla sua passera uscivano umori schiumosi a volontà e un forte odore di figa e..."
Capitolo 4 - Io suora: inizia la mia carrieraIl 1 marzo io e Fiorella abbiamo preso i voti e siamo diventate ufficialmente suore, è stata una cerimonia sobria ma molto festosa, a cui ha partecipato anche suor Terenzia, grazie a Suor Daniela che con la sua mole fisica ha portato la sedia a rotelle della badessa nella piccola chiesa del convento.
La festa ha contagiato tutti tranne Suor Domenica, che fissava tutti noi con uno sguardo carico di odio.
Mentre andavo a letto per fare l'amore con suor Gertrude, questa mi ha detto
- Hai visto che sguardi torvi lanciava suor Domenica a tutte noi...Marzia dobbiamo stare attente...quella donna è pericolosa e mi odia...è la seconda volta che sconvolgo i suoi intrallazzi amorosi...quando arrivai al convento era lei l'amante di Terenzia, e sperava di diventare vice badessa, ma io le ho fatto saltare tutte le sue mire...e ora le ho tolto Fiorella per darla alla badessa...ritogliendole di nuovo il suo ossicino...è capace di tutto, dobbiamo stare sul chi va là... potrebbe denunciare il mancato rispetto dei tempi di nomina...
Il 18 marzo suor Terenzia ha abbandonato il convento per andare in città, seguita da suor Fiorella, la sua badante amante.
La settimana seguente sono arrivate le due nuove novizie; una si chiamava Mirella aveva ventidue anni,riccioli biondi, molto carnosa, e spirito ribelle...il padre l'aveva spedita da noi perchè amava il cazzo sopra ogni limite e si faceva scopare da tutti i servitori del suo maniero.
L'altra si chiamava Claudia, una mora diciannovenne bellissima, con due occhi da favola e un corpo mozzafiato.
Per accontentare suor Domenica delle promesse fattole Gertrude le dirottò alla cucina come aiutanti cuoche, e la vecchia porcona cominciò subito a corteggiarle senza il minimo pudore...dopo l'allontanamento di Fiorella aveva sete di figa e cercava subito di farsi una nuova amante.
In cucina mentre insegnava i segreti del lavoro alle due novizie trovava sempre il modo di sfiorarle con le mani e ricoprirle di tenere carezze...mentre Mirella rifiutava quei contatti sbuffando quasi disgustata, Claudia invece si faceva coinvolgere dalle attenzioni della vecchia lesbica per cui Gertrude che vegliava con mille attenzioni sulla faccenda dopo quindici giorni dirottò Mirella alla biblioteca e nominò Claudia aiuto cuoca assegnandole la cella più vicina a quella dove alloggiava suor Domenica.
Il 2 aprile con una cerimonia molto sfarzosa Gertrude diventava la nuova badessa del convento di San Girolamo e durante la sua nomina annunciava che io suor Marzia, prendevo i gradi di vice badessa.
Questa volta anche Suor Domenica applaudiva agli eventi, segno evidente che ormai aveva trovato ancora una volta una passera giovane da leccare.
Dopo la festa io e Gertrude avevamo una voglia sfrenata di fare sesso e ci siamo fiondate a letto vogliose di darci il massimo piacere possibile.
Sembravamo due cagne in calore, ci scambiavamo baci carichi di erotismo sfrenato, slinguazzandoci come se fossero mesi che non facevamo sesso...ma volevamo festeggiare le nostre nuove nomine e l'inizio delle nostre nuove carriere.
Ce la siamo leccata per delle ore e non so quanti orgasmi abbiamo condiviso tra sospiri e mugolii di alto godimento.
Poi Gertrude si è avvicinata al comodino e mi ha detto
-Dai scopami con la candela.
Ma io l'ho fermata e l'ho anticipata rispondendole
- No sdraiati e allarga le cosce che ti infilo questo...e ho tirato fuori dalla tasca della tonaca un cero molto più...consistente come dimensioni.
Gertrude ha strabuzzato gli occhi ma ha subito obbedito e io ho cominciato a sfregarle la punta del cero sulle grandi labbra di quella figa nera corvina che odorava di sesso.
Ero scatenata...eccitata...affamata di bramosia e di voglia di farla godere, con lo sguardo mangiavo quel cero che spariva dentro la sua figa assetata...avrei dato tutto per avere un bell'uccello in mezzo alle gambe con cui soddisfare tutte le più intime voglie della mia amante.
Quando glielo infilavo quasi tutto e lo facevo poi riuscire, vedere le sostanza collose degli umori di Gertrude che si attaccavano alla superficie cerosa mi riempivano di libidine, mi ero accucciata sul suo stinco e sfregavo la mia figa contro di lei, e godevo di quel contatto diretto con la pelle della mia donna.
Quando Gertrude ha goduto, un urlo quasi sovrumano ha scosso la stanza...meno male che eravamo nella vecchia dimora di Terenzia, completamente isolata dal resto del convento.
La nuova badessa grondava sudore a volontà e il suo sguardo era luminoso e completamente appagato e io nel vederla così ho accelerato lo sfrigolio della mia figa contro il suo stinco e sono venuta come forse non ero mai venuta in vita mia.
Sbuffavamo come due vaporiere, ci siamo abbracciate e strette con passione e amore infinito.
Il post godimento era fantastico, ci guardavamo negli occhi e i nostri occhi si dicevano "Ti amo !!! " mentre ci scambiavamo carezze cariche di dolcezza e tenerezza.
Ho fissato negli occhi Gertrude e le ho detto
-Dimmi la verità... Ti piace andare anche con gli uomini vero?
Era rossa per l'eccitazione del godimento ma alla mia domanda è avvampata ancora di più, ha abbassato lo sguardo
-Si, ma da quando sei arrivata tu ho solo fatto l'amore con te.
-E con chi amoreggiavi prima, qui non ci sono uomini.
-In città io frequentavo una baronessa, che amava anche gli uomini e tradiva il marito con un giovane adone che sotto pagamento le sapeva dare tutto l'appagamento che voleva, si chiamava Abelardo, era un giovane di rara bellezza...e io...durante i miei giri in città avevo imparato a frequentarlo...lo so era una cosa biasimevole...ma l'ho fatto...credimi che però dal tuo arrivo non lo vedo più e non ho più toccato uomo...te lo giuro!
Quella risposta ha in parte calmato la mia rabbia, credevo a Gertrude, ma mi sentivo ribollire dentro di rabbia per non poter soddisfare la mia donna al cento per cento di quello che forse lei avrebbe voluto.
Due giorni dopo la badessa ha dovuto andare in città a consegnare i documenti ecclesiastici delle nostre nomine...salutandomi Gertrude mi ha sorriso
-Starò via parecchi giorni ma stai tranquilla...sono tua e basta.
Per ore e ore mi sono torturata con tutti i dubbi e le paure che avevo finché mi si è accesa una lampadina.
Sono andata da Suor Daniela nell'oliveto, lei era nel capanno che sistemava le seghe per la potatura, nel vedermi è rimasta stupita
-Reverenda madre a cosa devo il piacere della sua visita.
-Suor Daniela ricordi quando io fui portata qui per aiutarti nelle tue mansioni?
-Certo Suor Marzia, ma ebbi la vostra collaborazione solo per due giorni...poi cadeste come una pera matura da un olivo.
-Si e tu mi aiutasti...ma in quei due giorni io ebbi modo di vedere una cosa nel cassetto di questo banco di lavoro, un bel cazzo di legno fatto a regola d'arte.
Daniela è arrossita di colpo e ha cominciato a balbettare abbassando lo sguardo
-Reverenda madre...non sapevo che l'avevate visto...vi chiedo scusa...e capisco il vostro rimprovero...ma...
-Non sono qui per sgridarti, stai tranquilla...voglio solo che tu ne faccia uno simile per me...
Daniela quasi sollevata dalla mia frase ha rialzato lo sguardo e mi ha detto
-Ho capito bene?...ne volete uno uguale per voi?
Si...e la cosa deve essere assolutamente un segreto tra me e te.
-Ci potete scommettere reverenda madre.
-Dimmi Daniela come mai sei arrivata al convento? Come mai ti sei fatta suora?
-Io ero l'unica femmina di sette fratelli, mio padre era un agricoltore molto affermato della provincia di Siena...produceva il grano più bello di tutta la Toscana, con i soldi ricavati aveva allargato il suo casale e io lavoravo come un uomo, ad accudire alla casa bastava mia madre...poi però la fortuna ci voltò le spalle, per due anni consecutivi la grandine aveva distrutto completamente i nostri raccolti e non solo dovette vendere le nuove terre ma anche alcune della sua vecchia proprietà...per cui non c'era lavoro per tutti ed io essendo l'unica donna ho dovuto abbandonare la fattoria e farmi suora...ecco perché sono la suora agricoltrice del convento.
-Ma sei vergine?
Daniela per la seconda volta è arrossita a dismisura.
-Su non vergognarti...rispondi
-No reverenda madre...Mi aveva sverginata uno dei miei fratelli...eravamo nel fiore della gioventù e isolati da ogni paese...lo so è stata una cosa vergognosa ma è successo...ecco perché ogni tanto io sento il bisogno di masturbarmi.
-Ogni tanto?
-Beh... spesso...quasi tutte le sere...mi piace molto godere reverenda madre.
-Non vergognartene, in fin dei conti sei suora per necessità non per vocazione, allora posso contare sulla tua opera e sulla tua discrezione?
-Certo reverenda madre...come sarà pronto vi avviserò in mensa.
Due giorni dopo Suor Daniela mi si avvicinava e mi diceva
-E' pronto se volete potete venire a prenderlo.
Andai subito fremendo dalla curiosità e nel vedere l'opera d'arte di Daniela sentii un brivido percorrere il mio corpo; il cazzo era perfetto, lavorato nei minimi particolari.
-Vi piace? E' di vostro gradimento?
-Si, sei stata bravissima...ma ora devi fare un'altra cosa...devi trovare il sistema di fissarlo a una cintura in modo che io possa indossarlo.
Daniela ha strabuzzato gli occhi.
-Reverenda madre voi volete indossare quel coso?
-Si hai capito bene, sei ingegnosa lavori il legno divinamente, trova il sistema, nella scuderia ci sono fibbie e cinghie di cuoio di tutte le misure prendi tutto quello che ti serve.
-Ci proverò...Ma...dovrei prendervi le misure del bacino.
Senza pensarci troppo mi sono tirata su la tonaca e le ho detto
-Forza allora.
Suor Daniela nel vedermi nuda è stata come colpita da un fulmine, non si aspettava tanta mancanza di immoralità da parte mia, ha preso un cordino e me lo ha avvolto intorno al bacino prendendo la misura.
Nel sentire il contatto con le sue mani ho sentito un brivido e ho guardato lei in viso che arrossendo fingeva di non essere in imbarazzo ma in realtà tremava tutta.
Finito quel momento di imbarazzo le ho detto
- Vedi di farlo in fretta...E me ne sono andata.
Due giorni dopo Daniela in mensa mi si è avvicinata e mi ha detto che aveva fatto tutto, dieci minuti dopo ero nel capanno, l'opera della suora era perfetta; le ho detto
-Lo provo!!!
Ho alzato la tonaca e ho notato che Daniela ha subito puntato lo sguardo sulla mia passera nera senza mai staccare lo sguardo...stranamente io non ero imbarazzata, anzi mi sentivo lusingata dai suoi sguardi intensi.
Aveva innestato il cazzo con delle viti a due cinture che si incrociavano; le ho infilate, la tenuta non era perfetta, o era stretta oppure ballava, lei se ne è accorta e ha detto
-Le faccio un buco in più tra quei due lì.
Me lo sono tolto e lei con due martellate e un bulino ha fatto il buco nuovo, l'ho riprovato, ora la tenuta era perfetta...mi guardavo soddisfatta e ammiravo quel cazzo di legno che era diventato una appendice del mio corpo, Daniela che non aveva mai tolto lo sguardo dal cazzo di legno mi ha detto.
-Scusate la mia arroganza suor Marzia...ma lo volete usare con la badessa madre vero?
- Si e ho il terrore di non saperlo usare e di fare una figura meschina.
Un gelido silenzio era sceso nel capanno, io e suor Daniela ci fissavamo cariche entrambe di imbarazzo, a spezzare il silenzio è stata lei
-Se volete reverenda madre, potrei prestarmi come prova per una vostra esercitazione...e subito ha abbassato lo sguardo.
-Sul serio accetteresti?
-Ne sarei onorata reverenda madre.
-Siamo sicure che non arrivi nessuna qui?
-Vado chiudere la porta dell'uliveto è l'unica da cui si può giungere qui, senza aspettare il mio consenso è uscita quasi correndo verso l'uscio del cortile; in pochi secondi era di ritorno.
Ci siamo guardate negli occhi, in silenzio, nessuna delle due voleva prendere l'iniziativa, finché fissandola dritta negli occhi le ho detto con il tono più autorevole che potevo usare
-Su spogliati!
Daniela aspettava solo quello, con le sue manone ha agguantato la tonaca e se l''è sfilata, si è tolta una maglietta e i mutandoni ed è rimasta completamente nuda davanti a me...ma ecco una grande sorpresa...la suorona aveva un seno spropositato e una figa pelosissima, di colore chiaro ma foltissimo che le arrivava quasi fino all'ombelico, avevo visto solo due fighe, quella di Gertrude e quella di Terenzia, non pensavo che una donna potesse avere tanto pelo in figa; la cosa però invece di spaventarmi mi stupiva in modo piacevole.
Daniela non aveva nulla di particolarmente bello dal punto di vista estetico eppure quella donna di oltre cento chili mi eccitava; si è seduta sul bancone da lavoro e ha allargato le cosce senza pudori, mi desiderava...
Mi sono avvicinata a lei tremando, le ho puntato la cappella dell'uccello al centro di quella passerona super pelosa e cercando il buco della figa ho cominciato a sfregarglielo come facevo con Gertrude quando le puntavo il cero.
Il suo pelo sembrava fil di ferro, mi pungeva, mi faceva solletico, ma ormai ero in ballo e dovevo andare avanti...Daniela si spostava in continuazione sul sedere, cercava la posizione migliore in cui sentire il contatto col mio cazzo di legno, e quando finalmente la cappella si è avventurata nel suo buco si è distesa e ha allargato le cosce più che poteva... ero abbastanza comoda anche se dovevo stare un po' sulla punta dei piedi, vedevo la cappella entrare dentro e le sue grandi labbra dilatarsi, la cosa mi piaceva, mi eccitava sempre più, per la prima volta in vita mia stavo possedendo una donna nel vero senso della parola.
Nel sentire il cazzo che le entrava dentro Suor Daniela ha cominciato a mugolare di piacere.
-Reverenda madre siete brava credetemi...mi state facendo venire voglia.
-Macchè reverenda madre...sono Marzia...chiamami con il mio nome...dimmi che ti piace il mio cazzo.
-Altro che se mi piace...torno indietro nel tempo a quando mio fratello mi scopava...ma voi ci mettete più tenerezza, meno furore, quanto mi piace...
Stavo prendendo sempre più confidenza con il mio coso, ormai la penetravo quasi completamente, osservavo il cazzo che entrava e usciva dentro di lei e nel vedere quella cosa sentivo la mia eccitazione salire all'unisono, i gemiti di piacere della mia partner mi caricavano e sentivo crescere in me la libidine di cavalcarla in modo sempre più potente.
Sentivo il cazzo sguazzare in mezzo a quella boscaglia selvaggia, ormai la passera di Daniela era fradicia,
-Ora però la tenerezza la metto da parte, ti voglio scopare come se fossi un uomo...e sono partita a cavalcarla quasi con violenza.
-Si pompami Marzia...pompami...scopami....rompimi la figa...provo tanto piacere, non c'è paragone con i miei ditalini.
Ormai ero ai sette cieli, andavo dentro di lei completamente e sentivo la punta del cazzo toccare il fondo, ogni tanto abbassavo lo sguardo per vedere l'uccello che entrava e usciva e quella cosa mi eccitava e mi dava nuova energia; dal buco della figa di Daniela usciva una specie di schiuma, era come se il mio uccello fosse fatto di sapone e non di legno
-Sto per venire...sto per venire....Marzia non smettere....spingi più forte che puoi.
Ormai la stavo violentando, ma più la scopavo con violenza più quella porca godeva...e quando l'orgasmo l'ha invasa ha cominciato a grugnire come un maiale, ormai dalla sua passera uscivano umori schiumosi a volontà e un forte odore di figa e di sesso aveva invaso il capanno.
-Marzia ti prego fermati...non ne posso più.
Mi sono staccata da lei, ho guardato quella figa piena di schiuma e sentivo il bisogno di godere anch'io.
Mi sono sganciata le cinture , ho tolto il cazzo, ho preso Daniela per le spalle l'ho fatta inginocchiare davanti a me e quasi con violenza le ho spinto la faccia contro la mia figa ordinandole
-Leccamela, leccamela e fammi venire!
La suorona non sapeva leccare una figa, non l'aveva mai fatto ma io ero talmente eccitata che gradivo lo stesso la sua inesperta lingua, quando stavo per venire con il palmo della mano l'ho spinta contro di me e le sono venuta in faccia, facendola quasi soffocare.
Quando si è staccata dalla mia passera aveva la faccia rossa come un peperone, piena dei miei umori e con gli occhi stralunati di chi ha superato il livello massimo della voluttà.
Siamo state in silenzio per parecchi minuti respirando a mille fino a che ci siamo guardate negli occhi e Daniela mi ha detto
-Io in vita mia non avevo mai goduto così, Marzia sei stata fantastica...Ogni volta che vorrai esercitarti io sono pronta...invidio Suor Gertrude che potrà averti ogni volta che lo vorrà.
Ci siamo rivestite lentamente, eravamo stanche, molto stanche ma appagate.
Prima che Daniela si mettesse i mutandoni ho voluto ancora una volta guardare quella figa che sprigionava un odore tutto particolare e quel pelo che la faceva sembrare uno scoiattolo.
Prima che uscissi dal capanno la suora mi ha guardata e mi ha detto
-Potrò ancora godere di questo piacere?
-Non lo so...ho una compagna...ma oggi ho capito che c'è un livello diverso tra il fare l'amore e lo scopare...e scoparti mi è piaciuto tantissimo.
-Anche a me è piaciuto...mi hai fatta sentire una porca, ma il sentirmi porca come non mai mi ha fatta impazzire di piacere. Dimmi potrebbe darsi che lo rifaremo...
L'ho guardata negli occhi direttamente e sorridendo le ho detto
-Può darsi.
Mentre uscivo mi sono ancora girata e guardandola fissa negli occhi le ho detto
-Spero tu sia vergine di culo.
E senza aspettare una risposta me ne sono andata.
(continua)...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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